12.6.10

Bispo católico de diocese turca assassinado (4)

Uma entrada no blogue de Sandro Magister a respeito do homicídio do Bispo Padovese, da reacção do Padre Lombardi, das palavras do próprio Papa, tudo a propósito de uma entrevista a Ruggero Franceschini, Bispo de Esmirna, homem há muitos anos na Turquia (infelizmente, só para assinantes), o qual afirma categoricamente que à volta do Papa ninguém percebe o que se está a passar na Turquia com os cristãos. Diz ainda que as mencionadas reacções de Lombardi e de Bento XVI ― assegurando que o homicídio de Padovese não tinham motivações religiosas ― são vistas pelos muçulmanos como reacções de subserviência ao islão:
«Dalla Turchia la verità: il papa è “mal consigliato” dai diplomatici vaticani “Credo che anche in Vaticano abbiano capito che ho ragione io: l’omicidio di Luigi Padovese ha soltanto motivazioni religiose. L’assassinio mostra infatti elementi esplicitamente islamici. Non c’entra il governo turco. Non c’entra Ankara. Non c’entrano le motivazioni personali. C’entra soltanto l’islam. Lo so, il papa ha detto prima di atterrare a Cipro che ‘non si tratta di un assassinio politico o religioso ma di una cosa personale’. Credo sia stato mal consigliato. Il Vaticano certe cose non può insegnarle a noi”.

Questo è il folgorante avvio dell’intervista del vescovo di Smirne, Ruggero Franceschini, a Paolo Rodari, su “il Foglio” di sabato 12 giugno.

Intervista che è da leggere tutta. Molto dettagliata sull’assedio islamico ai cristiani di Turchia. Sulle scuole che incitano all’odio religioso e umiliano gli alunni battezzati. Sulla dinamica dell’uccisione di Padovese. Sul profilo dell’assassino e della sua famiglia: “È sempre un rischio assumere i musulmani del posto. Ormai l’abbiamo imparato a nostre spese”.

Il vescovo Franceschini è un veterano della Chiesa in Turchia. È il predecessore di Padovese a Iskenderun e lo stesso giorno in cui è uscita la sua intervista al “Foglio” è stato nominato dal papa vicario apostolico dell’Anatolia, al posto dell’ucciso. È lui che ha presieduto i suoi funerali e tenuto l’omelia. È lui che fin dall’inizio ha tenuto desta l’attenzione sulle ragioni reali dell’uccisione, che non poteva essere liquidata come opera isolata di un pazzo.

Ed è lui, ora, a denunciare pubblicamente l’errore compiuto dalle autorità vaticane prima con la voce di padre Federico Lombardi, ma poi, soprattutto, con le parole dette da Benedetto XVI in persona sull’aereo in volo per Cipro, il giorno dopo l’uccisione di Padovese.

Che in questo caso il papa sia stato “mal consigliato” dalla segreteria di Stato è ormai un dato assodato, grazie alla franchezza di un vescovo come Franceschini che ha tutte le ragioni per dire: “Il Vaticano certe cose non può insegnarle a noi”.

Per il sinodo dei vescovi del Medio Oriente in agenda il prossimo ottobre questo errore è stato un disastroso preliminare. Non c’è di peggio che eccitare i musulmani nemici del cristianesimo con dichiarazioni che per loro suonano come atti di pura sottomissione.»

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