8.8.10

Cruzadas: lenda negra contra a Igreja, volta-se contra o Ocidente

Artigo do jornalista italiano Vittorio Messori sobre as Cruzadas, no qual se aborda a razão de figurarem entre os argumentos usados pelos muçulmanos contra o Ocidente, considerando que antes do colonialismo o mundo islâmico as tinha praticamente esquecido.

Um artigo a ler integralmente na língua original ou em castelhano no Religión en Libertad:

Amplify’d from www.kattoliko.it
Crociate
di Vittorio Messori
[Da «il Timone» n. 49, Gennaio 2006]
Cardini che ha ricordato più volte come l’Occidente moderno abbia contribuito a creare con le sue mani la reazione islamica di cui è ora bersaglio. Nel mondo musulmano, ciò che viene da Europa, da Israele, dall’America è qualificato con odio, invariabilmente, Come “crociata”. “Crociati” sono gli israeliani che distruggono case ed elevano muri, “crociati” sono gli americani che bombardano e che occupano, “crociati” sono gli europei, anche se giungono tra loro con organizzazioni umanitarie. In realtà, come ha documentato lo storico fiorentino, la memoria delle spedizioni dei due primi secoli del Mille era praticamente scomparsa tra i musulmani se non, forse, nelle zone del Medio Oriente che avevano visto quel confronto. In effetti, sul piano oggettivo, le crociate — che avevano mobilitato poche migliaia di uomini — erano state un colpo di spillo in un mondo islamico sconfinato, che andava dal Portogallo sino all’Asia Centrale. Venne, però, l‘era del colonialismo e i governi europei, a cominciare da quello francese — composti da massoni e funzionanti come bracci politici delle Grandi Logge — si inquietarono perché al seguito delle truppe che conquistavano territori in Africa e in Asia giungevano i missionari. Bisognava neutralizzarli: da qui, il gran daffare per installare anche in quei luoghi la contro-chiesa, la massoneria, nella quale educare i notabili locali. A quelle logge fu affidata la propaganda anticattolica: come prendere sul seno i preti, i cui predecessori avevano organizzato e gestito campagne di guerra contro l’Islam, avevano massacrato bambini, violentato donne, rubati i tesori e tutto questo l’avevano chiamato “crociata”? La memoria di quegli eventi, travestita con i panni della più plateale leggenda nera, fu richiamata in vita, annunciata alte plebi, che spesso non ne avevano mai sentito parlare e sempre più radicalizzata. Il colonialismo finì, ma il seme gettato aveva ormai vigoreggiato: l’odio destinato alla Chiesa ha finito, così, per coinvolgere l’intero Occidente, con i risultati che ora vediamo bene.
La crociata non fu aggressione e non fu guerra santa, fu legittima difesa: è una verità che sembra non si riesca a far passare. Eppure, basterebbe un piccolo atlante storico per capire. Quando Costantinopoli fece pervenire in Europa il suo grido di aiuto, il già estesissimo Impero Romano d’Oriente era ridotto alle dimensioni dell’attuale, piccola Grecia, inferiore alla metà dell’Italia. Dopo la conquista del Medio Oriente e di tutta l’Africa del Nord, ai guerrieri di Allah bastava solo un passo ulteriore ed era finita anche per quell’ultimo lembo di cristianità. Andare in soccorso dei fratelli nella fede era un sacro dovere. Certo, la storia è misteriosa e, ad occhi umani, talvolta crudele. Nate anche come impresa di solidarietà tra cristianità orientale e occidentale, le crociate finirono col creare tra le due comunità un muro che non si è ancora riusciti a sgretolare. Quella Costantinopoli che i turchi non erano riusciti ancora ad espugnare, fu presa e saccheggiata, nel 1204, da un esercito che era partito dall’Europa con le insegne della crociata e che, invece che contro gli infedeli, finì coll’accanirsi contro i fratelli nella fede. Se la crociata non fu aggressione, non fu neppure, dicevamo, guerra di religione. Ciò che importava era riaprire ai cristiani la via del pellegrinaggio verso il santo Sepolcro, nessuno aveva intenzione di convertire al Vangelo i seguaci del Corano. Non ci furono sforzi missionari. A parte qualche atto isolato di gruppetti fanatici, nessun musulmano fu infastidito per la sua fede. La Chiesa, comunque, non mise mai questo tra gli obiettivi della crociata. Come mostrano le fonti, a Gerusalemme i Templari stessi, pur sempre pronti a dar battaglia, se necessario, avevano a fianco della loro chiesa una moschea e ciascuno lasciava che l’altro pregasse il suo Dio. I primi tentativi di conversione in quei luoghi risalgono al XIII secolo, ad opera dei Francescani, quando ormai tutto era finito per i Regni cristiani e l’Islam aveva ridisteso ovunque la sua coltre. Non a caso, quei frati finirono quasi tutti martiri. Read more at www.kattoliko.it

Sem comentários: