10.12.10

Itália: filha de muçulmano usa tampões nos ouvidos nas aulas de música

Via Vlad Tepes: http://vladtepesblog.com/?p=28105

Um muçulmano marroquino residente em Itália não permite que a sua filha de cinco anos vá à escola em dias em que há educação musical. A miúda chumba de ano. O pai diz que não quer saber; o mais importante é respeitar o Alcorão que proíbe a música.

Solução brilhantemente farisaica: a garota vai à escola e quando começam as aulas de música enfia uns tampões nos ouvidos; enquanto os outros tocam e cantam, ela entretem-se com o livro de solfejo — e boca calada.

O pai diz que está nas escrituras islâmicas. O imã diz que não é bem assim — seria bom dizer em que é que se apoia para dizer o que diz, porque conhecendo bem as passagens que sustentam a proibição[http://nadadistoenovo.blogspot.com/2010/06/para-uma-verdadeira-compreensao-do.html], se não virmos as que a contrariam seremos obrigados a pensar que o imã está a usar de taqyiia[http://www.meforum.org/2538/taqiyya-islam-rules-of-war].

Destaques:
«Niente musica per nostra figlia. Altrimenti, niente scuola»
«Nada de música para a minha filha. Caso contrário, nada de escola»

«Mia figlia è felice di seguire le regole del Corano. La nostra religione ci obbliga a non studiare la musica, è scritto nei testi sacri. Non mi sento un fanatico, ma un fedele alle credenze musulmane.»
«A minha folha é feliz por seguir as regras do Alcorão. A nossa religião obriga a não estudar música, está escrito nos textos sagrados. Não me sinto um fanático, apenas fiel à crença muçulmana.»

«l’imam di Firenze Izzedin Elzir: «Il mondo islamico interpreta la musica in due modi. Può essere qualcosa di illecito e immorale, oppure uno strumento artistico positivo»»
Citações precisam-se!

La figlia va a scuola con la cuffia nelle orecchie perché il padre non vuole che ascolti la lezione di musica: «roba da infedeli». Succede alla scuola media di Reggello

REGGELLO (FIRENZE) — Da oltre un anno, una quindicenne segue le lezioni di musica con i tappi alle orecchie. Così ha voluto suo padre, Omar, marocchino di fede islamica che considera la musica impura, una «roba da infedeli». Succede alla scuola media statale di Reggello, dove il padre della ragazzina e gli insegnanti hanno escogitato questa originale strategia per permetterle di rimanere in classe durante le lezioni di educazione musicale. E così, mentre i suoi compagni di terza media suonano, cantano o solfeggiano, lei si estranea con un paio di cuffie isolanti. Osserva i compagni col flauto, ma non li sente. Vede muovere le loro dita, ma è totalmente sorda ai suoni che emettono gli strumenti. E invece che esercitarsi con la pratica, studia la teoria musicale su un libro. Accade tutte le settimane, non appena la campanella annuncia la lezione di musica. Ormai il meccanismo è collaudato, ma fino all’anno scorso, tra la famiglia marocchina e la dirigenza scolastica erano scintille. Quando c’erano le esercitazioni musicali, la ragazza non andava a scuola, spesso perdendo intere giornate di lezione. E a causa delle troppe assenze, la studentessa venne bocciata. La preside segnalò il caso al sindaco e ai carabinieri.

Partì una denuncia e si aprì un processo, tutt’ora in corso, nei confronti del padre, colpevole per aver costretto la figlia a rinunciare, almeno in parte, alla scuola dell’obbligo. Nonostante la denuncia, i genitori furono irremovibili: «Niente musica per nostra figlia. Altrimenti, niente scuola». Così si arrivò alla soluzione concordata, quella attuale. Un lieto fine, almeno per genitori e insegnanti, ma chissà se è così anche per la ragazza. Su questo il padre non ha dubbi: «Mia figlia è felice di seguire le regole del Corano. La nostra religione ci obbliga a non studiare la musica, è scritto nei testi sacri. Non mi sento un fanatico, ma un fedele alle credenze musulmane. Credo di essere il primo in Italia ad aver sollevato questo problema, ma sono contento e lo rifarei». Il protagonista della vicenda, Omar R. è uno dei rappresentanti della comunità islamica di Reggello. Il caso da lui sollevato ha suscitato critiche e perplessità in tutto il paese. «Rispettiamo le tradizioni religiose di tutti i nostri cittadini — ha commentato il vicesindaco e assessore all’istruzione Cristiano Benucci— ma ritengo che si debba fare tutto il possibile affinché ogni materia scolastica venga insegnata agli studenti. Tra queste, anche la musica, che a Reggello ha una grande tradizione storica e dovrebbe essere appresa da tutti i bambini. È difficile capire le motivazioni che spingono un genitore a negare l’ascolto della musica alla propria figlia». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alle politiche sociali Daniele Bruschetini: «La nostra scuola accoglie tutti, ma gli islamici dovrebbero adeguarsi alla cultura del Paese che li ospita».

Più moderata la preside dell’istituto scolastico, Vilma Natali: «È stata trovata una soluzione condivisa, che accontenta sia gli insegnanti che i genitori. La vicenda non va enfatizzata». In ogni caso, precisa la dirigente scolastica, «credo che la ragazzina, attraverso questo metodo educativo, non otterrà grandi risultati». Scelta comprensibile, invece, secondo l’imam di Firenze Izzedin Elzir: «Il mondo islamico interpreta la musica in due modi. Può essere qualcosa di illecito e immorale, oppure uno strumento artistico positivo». Elzir, pur condividendo quest’ultima interpretazione, ritiene che «tutto deve essere correlato alla scelta educativa della singola famiglia». Inoltre, aggiunge l’imam, «è necessario lavorare alla coesione della nostra società rispettando le credenze di ognuno ed evitando di creare allarmismi mediatici».

Francesco Rutelli, con una interrogazione urgente al ministro Gelmini, chiede un intervento immediato sul caso. «Tali restrizioni - argomenta Rutelli - avrebbero portato la giovane, di famiglia musulmana, a doversi assentare dalla scuola, e poi addirittura a dover presenziare alle lezioni di musica con le orecchie tappate con una cuffia isolante, a causa di un’interpretazione demenziale del genitore, secondo cui l’ascolto della musica sarebbe illecito, o addirittura immorale. Se tali fatti venissero confermati - prosegue il leader di Alleanza per l’Italia - ci troveremmo di fronte a un caso di palese violazione della nostra Costituzione, e dei diritti umani fondamentali di questa giovane studentessa; a una equivoca interpretazione dei principi di tolleranza e dei valori di accoglienza; a una rinuncia intollerabile dei doveri di educazione che spettano alla scuola italiana». «Il pluralismo è a fondamento della cultura italiana, e in nessun modo lo si può intendere come divieto ad accedere alla cultura, o alla musica, o alle arti» osserva Rutelli che nella sua interrogazione chiede al ministro Gelmini «quali provvedimenti intenda assumere per porre fine a tale situazione di fondamentalismo anti-educativo, incompatibile con la democrazia» e «quali misure intenda prendere rispetto alla prolungata accettazione da parte delle strutture scolastiche territoriali di una simile paradossale, incivile e illecita situazione».

Jacopo Storni
09 dicembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

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