Quem chama a atenção para este facto é Sandro Magister, observador atento e bem intencionado do que se passa no Vaticano.
O discurso do bispo da Antioquia dos Sírios Raboula Antoine Beylouni ao Sínodo para o Médio Oriente foi publicado integralmente na página do site da Santa Sé dedicada ao Sínodo (em francês, no original), mas substancialmente purgado no Osservatore Romano. Curiosamente, as partes purgadas (infra a negrito) ― talvez por razões de espaço ― são as potencialmente mais polémicas, mas também as mais instrutivas sobre a condição cristã no Médio Oriente.
Ficamos a saber que os bispos orientais sabem muito bem o sarilho em que estão metidos e que se não falam mais vezes com toda a franqueza é, simplesmente, com medo de represálias por parte dos muçulmanos, não tanto sobre si próprios ― afinal, ao seguir o chamamento de Deus para o sacerdócio, deram a vida a Cristo ―, mas sobre os seus rebanhos.
Ficamos ainda com a impressão de que o Vaticano está empenhado em não ferir a sensibilidade muçulmana, um caminho compreensível ― dada a tendência que os muçulmanos têm para se atirar aos pescoços, literalmente, dos não-muçulmanos em situação mais vulnerável; mas perigoso, porque a única via para encontrar uma solução para a questão das relações com o islão é através de um conhecimento cabal do que é o islão, através do conhecimento das fontes e da teologia islâmica e não dos discursos dos muçulmanos para consumo dos ocidentais. No fundo, uma concretização do aforismo joanino "A Verdade libertar-vos-á" Jo 8:32
Concluo, no seguimento do conselho do bispo Beylouni, tal como se encontra no último parágrafo do texto infra, apelando à Virgem Maria: Mater Eclesiæ, ora pro nobis.
O discurso do bispo da Antioquia dos Sírios Raboula Antoine Beylouni ao Sínodo para o Médio Oriente foi publicado integralmente na página do site da Santa Sé dedicada ao Sínodo (em francês, no original), mas substancialmente purgado no Osservatore Romano. Curiosamente, as partes purgadas (infra a negrito) ― talvez por razões de espaço ― são as potencialmente mais polémicas, mas também as mais instrutivas sobre a condição cristã no Médio Oriente.
Ficamos a saber que os bispos orientais sabem muito bem o sarilho em que estão metidos e que se não falam mais vezes com toda a franqueza é, simplesmente, com medo de represálias por parte dos muçulmanos, não tanto sobre si próprios ― afinal, ao seguir o chamamento de Deus para o sacerdócio, deram a vida a Cristo ―, mas sobre os seus rebanhos.
Ficamos ainda com a impressão de que o Vaticano está empenhado em não ferir a sensibilidade muçulmana, um caminho compreensível ― dada a tendência que os muçulmanos têm para se atirar aos pescoços, literalmente, dos não-muçulmanos em situação mais vulnerável; mas perigoso, porque a única via para encontrar uma solução para a questão das relações com o islão é através de um conhecimento cabal do que é o islão, através do conhecimento das fontes e da teologia islâmica e não dos discursos dos muçulmanos para consumo dos ocidentais. No fundo, uma concretização do aforismo joanino "A Verdade libertar-vos-á" Jo 8:32
Concluo, no seguimento do conselho do bispo Beylouni, tal como se encontra no último parágrafo do texto infra, apelando à Virgem Maria: Mater Eclesiæ, ora pro nobis.
LA MADRE DI DIO E L’ISLAM
di Raboula Antoine Beylouni
In Libano abbiamo un comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano da diversi anni. Esisteva anche una commissione episcopale, istituita in seguito all’assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano, incaricata del dialogo islamo-cristiano. È stata soppressa ultimamente per conferire maggiore importanza all’altro comitato; per di più non aveva ottenuto risultati tangibili.
Talvolta vengono portati avanti in diversi luoghi vari dialoghi nei paesi arabi, come ad esempio quello del Qatar in cui l’emiro stesso invita, a sue spese, personalità di diversi paesi delle tre religioni: cristiana, musulmana ed ebraica. In Libano, alcuni canali televisivi come “Télé-lumière” e “Noursat” trasmettono programmi sul dialogo islamo-cristiano. Spesso viene scelto un tema e ogni parte lo spiega e lo interpreta secondo la sua religione. Queste trasmissioni sono di solito molto istruttive.
Vorrei con questo intervento richiamare l’attenzione sui punti che rendono difficili e spesso inefficaci questi incontri o dialoghi. Ovviamente non si discute sui dogmi, ma anche gli altri temi d’ordine pratico e sociale sono difficilmente affrontabili quando sono inseriti nel Corano o nella Sunna.
Ecco le difficoltà con cui ci confrontiamo.
Il Corano inculca al musulmano l’orgoglio di possedere la sola religione vera e completa, religione insegnata dal più grande profeta, poiché è l’ultimo venuto. Il musulmano fa parte della nazione privilegiata e parla la lingua di Dio, la lingua del paradiso, l’arabo. Per questo affronta il dialogo con questa superiorità e con la certezza della vittoria.
Il Corano, che si suppone scritto da Dio stesso da cima a fondo, dà lo stesso valore a tutto ciò che vi è scritto: il dogma come qualunque altra legge o pratica.
Nel Corano non c’è uguaglianza tra uomo e donna, né nel matrimonio stesso in cui l’uomo può avere più donne e divorziare a suo piacimento, né nell’eredità in cui l’uomo ha diritto a una doppia parte, né nella testimonianza davanti ai giudici in cui la voce dell’uomo equivale a quella di due donne ecc.
Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede.
Nel Corano vi sono versetti contraddittori e versetti annullati da altri, cosa che permette al musulmano di usare l’uno o l’altro a suo vantaggio; così può considerare il cristiano umile, pio e credente in Dio ma anche considerarlo empio, rinnegato e idolatra.
Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. La storia delle invasioni lo testimonia. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, né per loro né per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i “Diritti umani” sanciti dalle Nazioni Unite.
Di fronte a tutti questi divieti e simili argomenti dobbiamo eliminare il dialogo? No, sicuramente no. Ma occorre scegliere i temi da affrontare e gli interlocutori cristiani capaci e ben formati, coraggiosi e pii, saggi e prudenti, che dicano la verità con chiarezza e convinzione.
Deploriamo talvolta alcuni dialoghi in televisione in cui l’interlocutore cristiano non è all’altezza del compito e non riesce a esprimere tutta la bellezza e la spiritualità della religione cristiana, cosa che scandalizza gli ascoltatori. Peggio ancora, talvolta ci sono interlocutori del clero che, nel dialogo, per guadagnarsi la simpatia del musulmano chiamano Maometto profeta e aggiungono la famosa invocazione musulmana spesso ripetuta “Salla lahou alayhi wa sallam” (che la pace e la benedizione di Dio siano su di lui).
Per concludere suggerisco quanto segue.
Dato che il Corano ha parlato bene della Vergine Maria, insistendo sulla verginità perpetua e sulla sua concezione miracolosa e unica, che ci ha dato Cristo, e dato che i musulmani la considerano molto e chiedono la sua intercessione, dobbiamo ricorrere a lei in ogni dialogo e in ogni incontro con i musulmani. Essendo la Madre di tutti, Ella ci guiderà nei nostri rapporti con i musulmani per mostrare loro il vero volto di suo Figlio Gesù, Redentore del genere umano.
Voglia Dio che la festa dell’Annunciazione, dichiarata in Libano festa nazionale per i cristiani e i musulmani, divenga festa nazionale anche negli altri paesi arabi.
Read more at magister.blogautore.espresso.repubblica.it
See this Amp at http://amplify.com/u/dpwc
Addendum da versão francesa:
Addendum da versão francesa:
- S. Exc. Mgr Raboula Antoine BEYLOUNI, Archevêque titulaire de Mardin des Syriens, Évêque de Curie d'Antioche des Syriens (LIBAN)
Nous avons au Liban un comité national de dialogue islamo-chrétien et cela depuis plusieurs années. Il y avait aussi une commission épiscopale issue de l'Assemblée des Patriarches et Évêques Catholiques au Liban chargée du dialogue islamo-chrétien. Elle a été supprimée pour donner plus d'importance à l'autre comité, d'autant plus qu'il n'y avait pas de résultat sensible.
Il y a parfois des dialogues ici ou là, dans des pays arabes, comme au Qatar, où l'Émir lui-même invite à ses frais, des personnalités de différents pays et des trois religions: chrétienne, musulmane et juive. Au Liban, sur la chaîne Télé-lumière et Noursat, et sur d'autres chaînes de télévision, on donne parfois des programmes de dialogue islamo-chrétien. Souvent on choisit un thème, et chaque parti l'explique ou l'interprète selon sa religion. Ces programmes sont d'ordinaire très instructifs.
J’ai voulu par cette intervention, attirer l'attention sur les points qui rendent ces rencontres ou dialogues difficiles et souvent privés d’effectivité. Il est clair qu'on ne discute pas sur les dogmes. Mais même les autres sujets d'ordre pratique et social sont difficilement abordables lorsque le Coran ou la Sunna les a abordés. Voici quelques difficultés que l’on doit affronter.
Le Coran inculque au musulman la fierté d'avoir la seule religion vraie et complète, religion enseignée par le plus grand prophète, car il est le dernier venu. Le musulman fait partie de la nation privilégiée, et parle la langue de Dieu, la langue du paradis, la langue arabe. C'est pourquoi, il vient au dialogue avec cette supériorité et avec l'assurance d'être victorieux.
Le Coran, supposé écrit par Dieu lui-même d'un bout à l'autre, donne la même valeur à tout ce qui y est écrit : le dogme comme n'importe quelle loi ou pratique.
Dans le Coran, il n'y a pas d'égalité entre l'homme et la femme, ni dans le mariage lui-même où l’homme peut prendre plusieurs femmes et peut en divorcer à sa guise; ni en matière d’héritage où l’homme a une double part; ni dans le témoignage devant les juges où la voix de l’homme égale la voix de deux femmes, etc ...
Le Coran permet au musulman de cacher la vérité au chrétien et de parler et agir contrairement à ce qu'il pense et croit. Dans le Coran, il y a des versets contradictoires et des versets annulés par d'autres, ce qui donne au musulman la possibilité d'utiliser l’un ou l’autre selon son avantage et ainsi il peut dire du chrétien qu’il est humble et pieux et croyant en Dieu, comme il peut le traiter d'impie, d'apostat et d'idolâtre.
Le Coran donne au musulman le droit de juger les chrétiens et de les tuer par la djihad (guerre sainte). Il ordonne d'imposer la religion par la force, par l’épée. L’histoire des invasions en est témoin. C’est pourquoi les musulmans ne reconnaissent pas la liberté religieuse, ni pour eux ni pour les autres. Et il n’est pas étonnant de voir tous les pays arabes et musulmans refuser d’appliquer en entier les “Droits de l'homme”institués par les Nations Unies.
Devant tous ces interdits et d’autres semblables faut-il supprimer les dialogue? Non, certainement pas. Mais il faut choisir les thèmes abordables et des interlocuteurs chrétiens capables et bien formés, courageux et pieux, sages et prudents ... qui disent la vérité avec clarté et conviction ...
On déplore parfois certains dialogues à la télévision où l’interlocuteur chrétien n'est pas à la hauteur de la tâche et n'arrive pas à donner de la religion chrétienne toute sa beauté et sa spiritualité, ce qui scandalise les auditeurs. Pire encore, il y a parfois des interlocuteurs clercs, qui, dans le dialogue, pour gagner la sympathie du musulman, appellent Mahomet prophète et ajoutent l'invocation musulmane connue et toujours répétée “Salla lahou alayhi wa sallam” (Que la Paix et les Bénédictions de Dieu soient sur lui).
Pour finir je suggère ce qui suit : Comme le Coran a bien parlé de la Vierge Marie, en insistant sur sa virginité perpétuelle et sa conception miraculeuse et unique en nous donnant le Christ; comme les musulmans la considèrent beaucoup et demandent son intercession, nous devons recourir à elle dans tout dialogue et dans toute rencontre avec les musulmans. Étant la Mère de tous, elle nous guidera dans nos rapports avec les musulmans pour leur montrer le vrai visage de son Fils Jésus, Rédempteur du genre humain.
Qu’il plaise à Dieu que la fête de l’Annonciation déclarée au Liban fête nationale pour les chrétiens et les musulmans, devienne aussi fête nationale dans d'autres pays arabes.
1 comentário:
Boa. só a correcção que o aforismo não é joanino, é de Jesus :P
colei o texto em francÊs
abraço
Enviar um comentário